SNAI -Aree interne di nuovo protagoniste nella stagione dei fondi comunitari 2021 – 2027
Nel 2014 l’Accordo di Partenariato ha introdotto per la prima volta il termine aree interne nella programmazione territoriale italiana[1]. Oggi il termine identifica quei territori formati da un insieme di comuni lontani dai punti di offerta di servizi essenziali (in particolare trasporti, istruzione e servizi sanitari). Storicamente queste aree sono state spesso caratterizzate da processi di spopolamento e abbandono. Ciononostante si tratta di luoghi ricchi di risorse ambientali, territoriali e di unicità culturali di rilevante valore storico-sociale e potenzialmente anche economico.
Nella programmazione 2014 -2020, l’Italia ha dato una risposta innovativa alle esigenze di questi territori, ricollocandoli in un ruolo strategico per lo sviluppo dell’intero paese e sperimentando la prima politica nazionale ad essi dedicata: la Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI). Nei primi 6 anni della sua sperimentazione, la SNAI ha concentrato in 72 aree interne risorse pari a 1 miliardo e 179 milioni (720 milioni da Fondi Strutturali e di Investimento Europei, da fondi principalmente pubblici per la restante parte)[2]. Se le risorse finanziarie sono indubbiamente notevoli, oggi resta sotto attenzione la capacità di spesa della Strategia e la sua efficacia nel trasformare in tempi brevi le idee sviluppate in progetti concreti. Una delle sfide che riguarda le vecchie e nuove aree.
Già a fine 2021 sono state infatti avviate le selezioni, ancora in corso, delle nuove 43 aree protagoniste della seconda stagione della Strategia. Le Regioni sono impegnate in questa selezione assieme al NUVAP, il dipartimento per le Politiche di Coesione e il Comitato Tecnico Aree Interne (CTAI)[3]. Ad oggi, sono 33[4] le aree approvate dal Comitato: Valli del Sagittario e dell’Alto Sangro (Abruzzo), Alto Jonio Cosentino (Calabria), Alto Matese e Sele Tanagro (Molise), Appennino Parma Est e Appennino Forlivese e Cesenate (Emilia Romagna), Valli del Torre e del Natisone (Friuli Venezia Giulia), Imperiese e Val Fontanabuona (Liguria), Valli Lario Intelvese – Lario Ceresio e Valcamonica (Lombardia), Montefeltro – Alta Valle del Metauro e Appennino Alto Fermano (Marche), Isernia-Venafro e Medio Basso Molise (Molise), Valsesia e Terre del Giarolo (Piemonte), Giudicarie Centrali ed Esteriori e Valle Rendena (P.A. di Trento), Val d’Ultimo – Alta Val di Non – Tesimo – Lana e Alta Val Venosta (P.A. di Bolzano), Alto Salento (Puglia), Barbagia e Valle del Cedrino (Sardegna), Corleone e Bronte (Sicilia), Amiata Valdorcia – Amiata Grossetana – Colline del Fiora e Alta Valdera – Alta Valdicecina – Colline Metallifere – Valdimerse (Toscana), Unione dei Comuni del Trasimeno e Media Valle del Tevere e Umbria Meridionale (Umbria), Mont Cervin (Valle d’Aosta), Alpago Zoldo e Cadore (Veneto).
Le risorse previste per le nuove aree sono pari a 172 milioni di euro ripartite in 4 milioni per area più 11,4 milioni per il progetto isole minori. Per ciascuna sarà possibile destinarne il 5% al rafforzamento istituzionale e all’assistenza tecnica. Sulle 72 aree precedenti, le regioni potranno invece investire in continuità con il lavoro già fatto attraverso i programmi europei regionali. Per ciascuna di esse sono inoltre previsti 300 mila euro di risorse nazionali integrative per il finanziamento di nuovi interventi o per il rafforzamento di quanto già previsto negli Accordi di Programma Quadro stipulati[1].
Le nuove aree sono chiamate a definire, la propria strategia di area entro sei mesi dall’uscita delle linee guida che le amministrazioni centrali dovranno elaborare a partire da quanto predisposto nel 14-20. Un orizzonte temporale apparentemente più breve, che non sembra prevedere la bozza e il preliminare di strategia, elementi caratteristici della prima sperimentazione. Una nuova impostazione che certamente beneficerà dell’esperienza maturata a livello regionale nei precedenti sette anni.
Le sfide aperte per le aree interne e per la “nuova” SNAI sono molte ma anche le opportunità soprattutto nel più ampio quadro della nuova stagione di programmazione dei fondi comunitari (in particolare FESR, FSE e FEASR) e delle diverse risorse a disposizione per i piccoli comuni (es. PNRR). Cogliere e mettere a sistema le opportunità in maniera efficace è la nuova sfida che attende comuni, regioni e amministrazioni in questo percorso all’avanguardia della progettazione integrata bottom – up.
In questa prospettiva, Consedin è al fianco delle amministrazioni regionali e degli enti locali a supporto dei processi di sviluppo delle Aree Interne.
[1] https://www.statoregioni.it/it/conferenza-stato-regioni/sedute-2022/seduta-del-27-luglio-2022/report/
[1] Accordo di Partenariato per l’Italia – 2014-20 | Commissione europea (europa.eu)
[2] Relazione al CIPE 2020 Relazione-CIPESS-2020_finale.pdf (agenziacoesione.gov.it)
[3] CTAI Politiche di integrazione dei fondi SIE nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne (agenziacoesione.gov.it)
[4] Ministro per il Sud e la Coesione territoriale – Quali sono le aree interne comprese nella SNAI
Risorse web e notizie:
La SNAI – Strategia Nazionale Aree Interne – Agenzia per la coesione territoriale (agenziacoesione.gov.it)
Gli APQ
Accordi di Programma Quadro – Agenzia per la coesione territoriale (agenziacoesione.gov.it)
Il CTAI online: Comitato Tecnico Aree Interne – Agenzia per la coesione territoriale (agenziacoesione.gov.it)
SNAI 21-27:
Ministro per il Sud e la Coesione territoriale – Verso la programmazione della SNAI 2021-2027
Ministro per il Sud e la Coesione territoriale – Quali sono le aree interne comprese nella SNAI
Elenco delibere CIPE di finanziamento: Strategia nazionale per le Aree interne | Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (programmazioneeconomica.gov.it)
Banca dati delibere CIPESS
https://ricerca-delibere.programmazioneeconomica.gov.it